Val Cedec - Rifugio Casati[SO]

Questo itinerario in alta Valfurva conduce nel cuore di uno del Ghiacciaio del Cevedale, al cospetto delle cime più alte delle Alpi lombarde. Da Santa Caterina si sale fino alla località Forni (2178m) in auto oppure attraverso il servizio di bus navetta. Da qui, si imbocca la strada carrozzabile dell a Val Cedec, seguendo le inidcazioni per il Rifugio Pizzini. Inizialmente si parte subito in salita ma, superato un primo dosso erboso, la pendenza diminuisce e il panorama si apre sulla bellissima Val Cedec, al cui vertice si erge maestosa la piramide del Gran Zebrù (3851m). La carrozzabile, percorsa frequentemente da jeep che effettuano servizio di rifornimetnto ma anche di navetta fino al Rifugio Pizzini, prosegue ora con pendenza leggera ma costante. Il rifugio si vede quasi da subito e sembra quasi irraggiungibile, in fondo alla vallata ai piedi del Gran Zebrù. Dopo circa 45 minuti di cammino, è possibile percorrere una variante al percorso, evitando così la trafficata sterrata: raggiunto un piccolo ponte sul torrente Cedec, si devia a destra e si prosegue seguendo il sentiero per i prati. Si raggiunge così la base della vedretta del Monte Pasquale, ed in circa quindici minuti si rimonta il ripido dosso su cui sorge il Rifugio Pizzini (2706m).

Capanna Pizzini e il Gran Zebrù

Monte Pasquale dalla Capanna Pizzini

Val Cedec

L'enorme ghiaione da risalire

Volgendo in alto lo sguardo, al centro tra le vette del Gran Zebrù e del Cevedale, già si scorge la meta successiva, in cima alla ripida pietraia che chiude ad est la Val Cedec: il Rifugio Casati.Si prosegue su carrozzabile fino alla partenza della teleferica per il casati, presso i piccoli Laghetti di Cedec; da qui in poi si affronterà la parte più impegnativa dell'itinerario. I primi venti minuti di cammino sono abbastanza comodi, tornanti molto ampi e entiero ben tracciato su fondo battuto tra gli sfasciumi. Superata quota 2800m la pendenza aumenta e il terreno a tratti franonso rende un po' difficoltosa la salita. A tratti ricompare una traccia battuta che cerca di alleggerire la pendenza con qualche tornate, ma a volte l'unica alternativa e puntare dritti verso l'alto. Attenzione a seguire i segnali sui massi, altrimenti si rischia di infilarsi in posti poco raccomandabili. Si prosegue così fino a circa 3150m, quando il sentiero punta verso sud, attraversando una sporgenza rocciosa con untratto leggermente esposto. Ora il grosso è fatto, sebbene il rifugio sia sparito dalla nostra vista siamo quasi alla fine. Circa cinque tornantini e alcuni gradoni aiutano a superare gli ultimi 100 metri di dislivello. All'improvviso la pendenza scompare e si entra un piccolo valloncello, prima di raggiungere il Passo del Cevedale (3260m), dove ci accoglie una triste cabina dell'Enel in cemento. Girato l'angolo, tutta via, si apre la porta del paradiso: a sinistra, a pochi metri il Rifugio Casati e il Rifugio Guasti, con il GRan zebrù sullo sfondo; a destra, l'enorme distesa bianca del Ghiacciaio del Cevedale.

Sentiero per il Rifugio Casati

Ghiacciaio dei Forni

Rifugio Casati e Guasti

Tramonto sul Gran Zebrù

Alba dal Rifugio Casati

Alba sul Gran Zebrù

Il rifugio esteticamente non è un granchè, ma l'atmosfera all'interno è bella. Gestito da una famiglia di Santa caterina, è forse un po' caro in quanto a pernottamento (50 euri mezza pensioni). Cena alle 18.30, silenzio alle 21.30 (un po' esagerati, di solito silenzio alle 22 o addirittura alle 23). Da qui è possibile l'ascesa alla vetta del Cevedale attraverso la via normale su ghiacciaio, oppure la discesa verso il Rifugio Milano attraverso il Passo del Lago Gelato, sempre percorso su ghiacciaio.


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