Val Vigezzo: tra arte e storia

La Val VigezzoUn ampio e verde altopiano che collega l’Ossola con il Lago Maggiore, separato da questi ultimi da gole impervie che nel passato furono protagoniste del viavai di eserciti e mercanti; questa è la Val Vigezzo, piccola perla delle Alpi Occidentali, ancora indenne, come del resto la vicina Val d’Ossola, dal turismo di massa che ha invece irrimediabilmente modificato l’aspetto di altre vallate alpine. Si tratta di una valle “particolare” sin dal suo aspetto fisico (ha una forma a U): è l’inca delle Alpi attraversata da due fiumi che hanno lo stesso nome ma che si dirigono in direzioni opposte: il Malezzo Occidenate e il Malezzo Orientale.

 

La sua “particolare” morfologia costituisce anche un punto di accesso al Parco Nazionale della Val Grande, famoso per essere l’area wilderness (area naturale selvaggia priva di opere e manufatti antropici) più vasta d’Italia

La Val Vigezzo è composta da 7 comuni, con le loro rispettive frazioni, che mantengono magicamente inalterate nel tempo gli usi e le tradizioni tipiche di questa valle. Essi sono:

Craveggia, nota per le sue architetture signorili e i palazzi raffinati; Druogno, anch'esso molto caratteristico e dotato della presenza di diversi musei (il Museo della Cartolina, l’UniversiCà);Malesco, dove è sede l’Ecomuseo Regionale ed Leuzerie e di Scherpelit; Re, conosciuto per essere il centro religioso della Valle, qui sorge infatti il Santuario della Madonna del Sangue; Santa Maria Maggiore, con la “Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini” dove si può visitare il Museo dello Spazzacamino; Toceno, dove partono diverse passeggiate e itinerari escursionistici; Villette infine, “sede della Cà di Feman”, museo dedicato alla cultura contadina

 

Ciò che fa comunque della Val Vigezzo una perla delle nostre montagne è la sua storia: nell'antichità ha visto popolazioni di origine celtica, in gran parte Leponzi e Insubri e successivamente fu popolata dai Romani. I tempi storici più recenti sono due i grandi periodi che hanno visto protagonista questa vallata: le ondate migratorie del XVII e XVIII secolo e la Seconda Guerra Mondiale.

La Val Vigezzo ha visto nel corso dei secoli un’imponente movimento migratorio verso le altre regioni Italiane ma soprattutto verso gli altri paesi europei; questo fenomeno ha favorito l’esportazione delle attività tradizionali vigezzine come il mestiere dello spazzacamino (Qui la Storia degli Spazzacamini della Val Vigezzo) e la pittura. “Valle dei Pittori” è infatti l’appellativo con cui comunemente si denomina questa zona e ne sono testimonianza le numerose opere pittoriche che ritroviamo in tutti i paesi, da Druogno a Re: affreschi e dipinti possono essere ammirati nelle chiese, nelle cappelle votive o semplicemente sulle pareti delle case, tutte costruite nel tradizionale stile ossolano. Passeggiando per il centro di Santa Maria Maggiore, il centro economico della valle, quasi in ogni angolo ritroviamo esempi di dipinti murali, quasi sempre a tema religioso.

A proposito di attività artigianali esportate all’estero, in pochi sanno la storia di Giovanni Mattia Farina: questo artigiano vigezzino famoso profumiere italiano, emigrò in giovane età in Germania dove fece fortuna grazie ad una sua grande invenzione: l’Acqua di Colonia( da lui battezzata Eau de Cologne, in gran voga presso le corti del XVIII secolo). Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Val Vigezzo divenne nuovamente protagonista della storia grazia all’intensa attività partigiana nella zona: il territorio rientrava parzialmente nella proclamata Repubblica Partigiana dell’Ossola e fungeva anche da base di rifornimento per le brigate attive nel territorio della Valgrande.

Inoltre, il confine con la Svizzera, oltre ad essere zona di contrabbando fu anche un corridoi che aiutò nella fuga perseguitati politici del fascismo. Famoso è rimasto l’episodio della sparatoria ai Bagni di Craveggia, quando truppe di repubblichini inseguirono i partigiani oltre il confine della neutrale Svizzera la quale, in virtù della violazione dei confini, potè negare l’estradizione dei partigiani li rifugiatisi nei confronti delle autorità fasciste.

 

La Val Vigezzo è oggi un mondo fuori dal tempo, dove la storia Ferrovia Vigezzina che collega Domodossola con Locarno (snodandosi tra le due nazioni con un suggestivo percorso di 55 km), che conduce attraverso villaggi dove sembra di respirare l’aria del passato.

 

Vista la sua particolare conformazione e la presenza di grandissimi spazi verdi la Val Vigezzo è popolata da una grandissima varietà di specie vegetali e animali.

Molto ricca è anche la tradizione enogastronomica, che offre un’ampia scelta di salumi, tra cui il rinomato Crudo di Vigezzo, primi e secondi piatti, mieli, confetture, dolci, digestivi e grappe

 

Vi lasciamo anche al Portale ufficiale della Val Vigezzo, disponibile a questo indirizzo.


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